ALTO GARDA DA TORRI
DEL BENACO A TOSCOLANO MADERNO
Torri del Benaco è il porto di imbarco e sbarco
ferry che, con Maderno, permette l'attraversamento
veloce lungo la direttrice est-ovest del lago.
Il paese ha tutte le caratteristiche lacustri con
la darsena riparata da moli in pietra grigia,
circondata da edifici colorati destinati soprattutto
a ristoranti, bar ed alberghi.
Il possente castello Scaligero del XIV secolo con
possenti merlature fa la sua bella figura nei pressi del porto.
Appena girata la punta del paese ci sono una spiaggia
di ciottoli e parecchie imbarcazioni ancorate in rada.
La strada costeggia il lago a pochi metri, e funge da
elemento separatore dei paesi dividendoli nella parte
a riva e nella parte a monte. Lo stesso dicasi per
alcuni campeggi in splendida posizione con accesso
diretto alla spiaggia ed altri, non meno appetibili,
situati sulle prime pendici dei monti all'ombra di
estesi oliveti.
Il paesaggio alle spalle della costa e' splendido,
i monti molto digradanti sono ricoperti da fitta
vegetazione quasi a sembrare un colossale plastico
ricoperto di muschio. L'ulivo fa la parte del padrone
nelle essenze, mentre i neri cipressi, piu' radi,
sono invece gli elementi che caratterizzano l'ambiente
con le loro forme lanceolate che spiccano dalle
fronde delle piu' basse alberature.
Alcuni bei paesi, dal vecchio nucleo in pietra grigia,
sono seminascosti all'interno del verde rigoglioso da
cui spuntano solo i campanili delle chiese e qualche
essenziale edificio anch'esso in pietra.
Verso l'opposta riva invece il paesaggio si fa maestoso.
Le montagne si gettano a picco nel lago con ruvide pareti
di roccia che si stagliano con il loro colore chiaro
dalle pendici ricoperte di vegetazione.
Pai presenta il vecchio nucleo arroccato sulle pendici
dei monti ed il piccolo abitato piu' recente sul lago.
Appena dopo il paese si trova un campeggio in riva.
Le spiagge non sono molto belle, principalmente costituite
da ciottoli e poco profonde per l'incombere della strada
alla quota della riva o posta su massicciate in grossi pietroni.
In vicinanza di Castelletto di Brenzone, situati oltre
la strada, ci sono altri campeggi con spiaggia e moli.
Appena dopo si nota il semplice campanile romanico, in
pietra grigia, della chiesa di San Zeno del XII secolo,
annessa al cimitero che viene nascosto da una serie di
alti cipressi.
Castelletto si presenta con un grande circolo nautico,
parecchie imbarcazioni ancorate in rada ed altre tirate
a secco sulla riva. Il paese, piuttosto piccolo, ha
una bella darsena riparata e circondata dall'abitato,
con numerosi servizi di ristorazione e l'unico neo
della strada che vi scorre attraverso.
Il vecchio centro abitato di Biazza sovrasta il paese
affacciando sul lago una serie di case in pietra grigia
che fanno capolino da un mare di ulivi.
Un altro bel campeggio proprio sul lago si trova
subito oltre l'abitato.
Porto di Brenzone ripete la tipologia di altri nuclei
lacustri con la darsena quadrata circondata dall'abitato
e con un vecchio paese, Castello di Brenzone, arroccato
appena più in alto e nascosto nella vegetazione.
Sembra che i nuclei residenziali originari si fossero
sviluppati sulle pendici dei monti per ragioni legate
alla coltivazione dell'ulivo o di difesa dalle più
aperte rive del lago. Più tardi incominciarono invece
a svilupparsi anche sulle rive nuclei legati alla
pesca ed al commercio via acqua.
La baia di Assenza si nota per le numerose imbarcazioni
ormeggiate in rada ed alcuni campeggi situati dopo la
strada e nascosti negli uliveti sulle pendici dei monti.
In questo tratto di costa sono segnate sulla cartina
tre piccole isole, distanti tra loro, che attirano la
mia attenzione.
La prima è l'isola di Trimelone, fortificata nel X secolo
in difesa dalle invasioni dall'Ungheria, smantellata da
Federico Barbarossa e rifortificata dagli Scaligeri, ma
più che altro uno scoglio con qualche alberatura ed
alcune casematte in pietra e cemento.
L'isola doveva
essere perimetrata da un muretto in cemento in parte
crollato e sembra avere un unico piccolo approdo nella punta sud.
Non sbarco per la brutta impressione che mi fa l'isola,
ormai diventata sede di un'enorme colonia di gabbiani
e probabilmente cosparsa di maleodorante guano. Inoltre
un cartello sulla punta nord ne vieta sbarco ed ancoraggio
nelle vicinanze a causa di materiale esplosivo immerso!
Si notano sulle pendici delle montagne intorno alcune
grosse spaccature in cui si vede la roccia nuda, come
grosse ferite chiare nel tappeto di verde che tappezza
il terreno, sicuramente formate nel tempo dai tanti torrenti
che alimentano il lago.
Appena dopo la punta di Assenza ci sono altri campeggi al
di là della strada con una sequenza di spiaggette di ciottoli.
Il paese di Cassone
Cassone è proprio un bel piccolo paese con porticciolo
ed un mulino adattato ad abitazione proprio all'inizio
del porto, lungo la passeggiata lago.
Il posto doveva essere luogo di mulini grazie alla
forza motrice fornita dal torrente che attraversa
il paese, e che si nota gettarsi nel lago appena dopo
il porto, come testimonia anche il nome della valle
appena dietro: valle dei molini.
Il secondo isolotto, l'isola del Sogno, è anch'esso
una delusione per la boscaglia incolta che lo ricopre.
Un'unica spiaggetta in ciottoli rivolta verso il centro
del lago ne permette lo sbarco, comunque limitato a
questa zona.
Oltretutto, provenendo da sud non mi ero neanche accorto
della presenza dell'isolotto in quanto quasi attaccato
alla costa e separato solo da un istmo completamente
nascosto dalla fitta boscaglia.
Isola dell'olivo
Una bella sorpresa invece riserva l'isola dell'Olivo,
anch'essa poco più che uno scoglio con un po' di
vegetazione ma, al contrario delle precedenti,
adatta allo sbarco ed alla sosta.
L'isola è costituita da rocce lisce, inclinate,
rivolte verso ovest, su cui si può facilmente salire
e riposare sdraiati al sole potendo attraccare in
parecchi punti.
Castello Scaligero di Malcesine
Dall'isola si vede Malcesine, paese di grosse dimensioni,
con la classica darsena circondata dall'abitato, ma
con in più la bella Rocca Scaligera del XIII-XIV secolo,
con torrione merlato in posizione dominante. Unico punto
negativo, la presenza di una ben visibile tensostruttura
piazzata proprio sotto la rocca, non so utilizzata da
una discoteca o per manifestazioni.
All'interno del paese, sulle pendici del monte, si può
notare l'avveniristica stazione della funicolare che
porta al Monte Baldo attraverso una stazione intermedia
visibile poco oltre. La costruzione, con grandi vetrate,
rivestimento in alluminio e di forme arrotondate, poco si
adatta all'intorno, ma rappresenta uno dei pochi edifici
moderni interessanti visti sul lago.
Comodo e proprio nel paese, con accesso dalla sulla strada
lungolago, tranquillo, si trova un bel piccolo campeggio
soleggiato, di cui mi sono servito durante un fine
settimana nautico.
Ripartendo si nota la differenza fra la scoscesa e
rocciosa costa ovest rispetto alla più digradante e
verdeggiante costa est rivestita completamente di
ulivi. Una serie di ondulazioni collinose assume,
alla luce dell'alba (si inizia presto in canoa),
colorazioni differenti in base alla lontananza, e
scompaiono e riappaiono dietro una nebbiolina azzurra
che le nasconde. Più in alto si stagliano nitide le
cime rocciose che in primavera sono ancora innevate.
La strada ritorna a costeggiare il lago e si fa subito
sentire, frequentatissima da motociclisti spesso smarmittati.
La costa è molto disastrata, con un'alternanza
di spiaggette di ghiaia, ripe sassose, verdeggianti,
punti per l'alaggio di imbarcazioni, piccoli centri
nautici per la vela, porticcioli realizzati con moli
in sassi, non dice nulla.
Ad un certo punto, prima che la strada scompaia
nella sequenza di gallerie, si trova un enorme
centro nautico, di proporzioni esagerate per la
media dei porti turistici del lago.
Si costeggia ora un tratto di costa con rocce
strapiombanti abitate da colonie di gabbiani
che, nell'intento di allontanarmi dai loro nidi,
mi puntano a forte velocità per poi virare di
colpo emettendo forti e stridule grida, e si
comincia a notare sullo sfondo, a nord, la mole
triangolare del monte Brione che caratterizza
la foce del fiume Sarca.
L'acqua è di prima mattina incredibilmente piatta,
quasi un "lago", forse per ben predisporre l'illuso
canoista all'esplosione d'acqua che il vento
porterà di qui a poco (il vento da sud, l'Ora,
comincia ad alzarsi verso la tarda mattinata
per rinforzare fino a tutto il primo pomeriggio
e calare verso sera, è la pacchia dei windsurfers
che fanno la spola fra le due coste).
Sulla costa opposta è un po' che si nota Limone,
piazzato su una depressione montana, come fosse
una grossa frana su cui è cresciuta la vegetazione,
una grande vallata rocciosa aperta sul lago. Si
riconoscono già le famose limoniere terrazzate,
parte in disuso e parte recuperate.
Il confine della provincia di Trento è segnalato da
un pilone di ferro a righe bianche e nere sulla
costa e da alcune bandiere sul ciglio della strada
appena sopra.
Si giunge ad una caratteristica punta rocciosa su
cui si trova una bella casetta bianca in stile del
lago incorniciata da alcuni cipressi, probabilmente
una dependance realizzata in posizione invidiabile,
solitaria, e lambita dalle acque.
Appena dopo si vedono alcune particolari costruzioni
cilindriche con copertura di paglia e struttura in
legno a vista, che si staccano completamente dalle
architetture tipiche del luogo ma ben ambientate
nel verde e nelle rocce che le circondano.
Ogni tanto si notano anche, sulle rocce a picco
sull'acqua, alcune feritoie di vecchi bunker della guerra.
A punta corna di Bò c'è una spettacolare parete di
roccia inclinata ed incredibilmente liscia, priva
di vegetazione, si incontrano numerosi appassionati
di arrampicata.
Prima di Torbole si trova una grossa grotta, un buco
rotondo, appena più in alto del lago. La si potrebbe
anche raggiungere se non fosse per le rive molto
scoscese e rocciose che rendono difficoltoso l'approdo.
Da questo punto si osserva bene l'orizzonte con Torbole,
da cui partono numerosi windsurfers, la piana della
foce del Sarca con l'emergenza rocciosa del monte
Brione, poi Riva del Garda immerso in una macchia
di verde da cui spuntano i cipressi e, dietro,
un'infinità di monti che si alternano in prospettiva.
Partono poi, a scendere verso sud, le pareti
rocciose a picco spaccate dall'apertura della
val di Ledro.
Torbole è rinomata per il windsurf, il vento credo
non manchi mai. C'è un grosso centro nautico pieno
di camper, vele spiegate sulla spiaggia e sul prato,
e gente che si lancia da ogni spiaggetta.
Appena prima si nota l'imponente e scura galleria
scolmatore di collegamento con il fiume Adige.
L'impressione di aspettarsi da un momento all'altro
un'enorme ondata d'acqua mi impedisce di avvicinarmi
troppo alla costruzione.
Il paese di Torbole, sul lago, è composto di case
colorate, quasi liguri nella semplicità dei toni e
nell'uniformità dell'uso delle persiane.
Un bel ponte in ferro ciclo pedonale lo collega
con il fiume Sarca, che non ha una forte corrente,
ed in questo punto ha ormai perso la naturalezza
del percorso essendo stati irrobustiti gli argini
con rocce che lo assimilano ad un grosso canale.
Molti sono i campeggi ed i centri di windsurf
distribuiti sulla foce.
La strada passa ben visibile alla base del monte Brione
su una struttura in calcestruzzo in aggetto sul lago.
Riva del Garda, il paese vecchio, è tutta concentrata
nell'angolo nord-ovest del lago con case colorate ed
un bel campanile in pietra che svetta dai tetti
dall'altezza uniforme.
Ha un bel lungolago che parte da Torbole, molto verde,
boscoso, con parecchie spiagge e moli. Alla fine del
paese però non si può fare a meno di notare la grossa
centrale idroelettrica che riceve le acque dal lago
di Ledro posto circa 600 metri al di sopra del lago.
Giunto ormai il primo pomeriggio, il vento ha rinforzato
aumentando costantemente dalle 11,00 circa. Comincia
ora la parte più rocciosa ed impervia (i luoghi
dove sbarcare sono pochi e sferzati da forte vento),
la costa impressionante cade in acqua a picco
inabissandosi per oltre trecento metri e la strada
scorre quasi interamente nella galleria che trafora
la montagna rendendosi visibile, o meglio, udibile,
attraverso numerosi scuri archi nella roccia.
Il vento è così forte che non appena ci si ferma un
attimo per dissetarsi si viene spostati indietro di
parecchi metri, guadagnati peraltro faticosamente.
Si procede molto lentamente sia per il vento teso che
per le onde rifratte e spezzate dalla vicina parete
di roccia.
Conviene comunque stare il più possibile vicino alla
costa per evitare le forti raffiche di vento che sferzano
l'acqua appena più al largo, anche se le onde di
ritorno dal muro di roccia si incrociano con quelle
formate dal vento facendo impazzire il lago e spostando
continuamente lo prua del kayak di qua e di là.
Il torrente Ponale scava una stretta vallata che
interrompe la sequenza delle montagne e si getta
nel lago con una cascatella nascosta in una piccola
ansa rocciosa. Peccato che l'ambientazione sia
rovinata dal ponte della gardesana occidentale che
chiude alla vista la piccola ansa e da un hotel
ristorante costruito proprio fra la strada ed il
lago, oltretutto una costruzione raffazzonata con
aggiunte posteriori senza un disegno organico.
Comunque la fermata alla cascata è anche occasione
per riprendere le forze e ricominciare a lottare con
il forte vento contrario.
La zona intorno al confine regionale fra Trentino,
Lombardia e Veneto è il punto più frequentato dai
windsurfer che fanno la spola tra le due rive
approfittando del forte vento che soffia da sud
e risale il lago fino a Torbole.
Raggiunta l'ultima punta prima di Limone sul Garda,
il vento diminuisce un poco perché aumenta la
larghezza del lago diluendone la forza. Le montagne
continuano ad avere ripide pendici che però si
addolciscono immediatamente prima di raggiungere
la riva, per cui si forma un pendio rivolto a
sud adatto alla coltivazione degli agrumi,
soprattutto limoni.
Molte sono infatti le caratteristiche limoniere:
coltivazioni a gradoni che dovevano essere un tempo
coperte da vetrate per riparare dal forte vento.
Ora non restano altro che fitti pilastri in pietra
e cemento con qualche vecchia trave in legno.
Molte strutture sono state recuperate come abitazioni
ristrutturando i pilastri, chiudendo semplicemente i
vuoti con serramenti in legno, con risultati peraltro pregevoli.
Limone è un grosso paese con l'architettura
tipica del lago, case di altezza uniforme, con
facciate intonacate e pitturate di molti colori,
con le tipiche persiane verdi o grigie.
L'acqua di questa parte settentrionale del lago
non è così bella trasparente come nella parte
sud, è piuttosto di un color verdone anche dove
il fondale è basso.
Si riparte seguendo la costa a picco sul lago
con la strada in galleria ed alcune alte cascatelle
che cadono da fessure nelle pareti. Passata punta
di Corlor si nota sullo sfondo, appena dopo l'abitato
di Campione, il monte Castello incredibilmente
perpendicolare sul lago.
Ricordarsi di prevedere una gita al santuario della
Madonna di Monte Castello, costruito proprio a picco
sul lago in posizione magnifica e da cui si gode
dell'intero panorama del Garda.
La cascata della Val Brasa non è enorme ma
caratteristica per lo stretto percorso che
si è scavata nella roccia. Cade nel lago dietro
al ponte della strada costiera che, come nel
caso del Ponale, la nasconde purtroppo alla vista.
Inoltre non si riesce ad avvicinarsi se non
sbarcando e percorrendo qualche metro su rocce scivolose.
L'ex porto di Tremosine altro non è che un piccolo
molo frangiflutti che racchiude una darsena quasi
interrata, ancora utilizzabile per ripararsi in caso
di forte vento ma ormai in totale stato di abbandono.
Campione è un paese piuttosto piccolo con un orrendo
parcheggio per camper proprio sulla riva (sono disposti
tutti in fila decine di automezzi). Il paese è
costruito sul delta del torrente omonimo che ha
scavato la stretta valle retrostante.
Al porto di Tignale si può osservare una grossa
limoniera, con ancora conservati i grezzi serramenti
in legno e con vetrate sul fronte strada forse
perché ancora usata per le coltivazioni che si
notano al suo interno, poi, poco dietro, la cascata
di un torrente che scende dentro una piccola gola.
Si percorre ora un tratto piacevole con la roccia
a picco però senza sentire la presenza della strada;
si avanza in un silenzio rotto solo dalle onde che
si infrangono sulla costa e dal rumore di alcuni
volatili fra cui gabbiani che hanno probabilmente
i nidi sul costone.
La strada è stata deviata completamente in una
galleria molto interna, mentre resta in vista
sul lago la vecchia strada costiera con ponti e
gallerie, ormai utilizzata per passeggiate o dai
frequenti pescatori.
Superata l'ultima parete a picco, la costa ricomincia
ad essere praticabile ed abitata con numerose ville
con giardino o limoniera, fino a giungere a Gargnano.
Il paese, dalle belle case colorate, ha una piazzetta
intorno al porticciolo, purtroppo utilizzata anche
come parcheggio.
All'interno, sulle pendici dei monti si notano
numerosi gli agrumeti e le limoniere con la
caratteristica verticalita' dei pilastri in
pietra, con travature in legno, che nel periodo
invernale sostenevano le coperture provvisorie.
Il lungolago alberato con parecchi ristoranti continua
su una passerella per superare l'ostacolo delle
case con giardini privati proprio sul lago.
Villa, una frazione di Gargnano, ha anch'essa un
porticciolo, la piazzetta sul porto, le case
colorate e vivacizzate con fiori alle finestre,
glicini e gerani. Un peccato il porticciolo utilizzato
anche qui come parcheggio.
Seguono ville e alberghi sul lago con giardini,
terrazze, qualche spiaggia di ciottoli inframezzata
alle costruzioni.
Appena prima di Bogliaco, si nota Palazzo Bettoni,
una bella villa settecentesca affacciata sul lago
con un piazzale in pietra che ne prolunga lo spazio
all'esterno, verso l'acqua.
Bogliaco, oltre ad avere un bel porticciolo strapieno
di barche a vela con gli alti alberi che si
stagliano sul lungolago, ha anche un grosso porto
turistico strapieno.
Fino a Maderno la costa si fa piu' scoscesa,
rocciosa con alberi abbarbicati sui sassi, la
strada e' a picco sul lago, non ci sono paesi
ma solo un campeggio e qualche villa con giardino.
Il paesaggio e' molto bello, piu' naturale, la
strada si vede e si sente poco essendo molto
nascosta fra gli alberi, mentre si vede, sempre
più vicino, il profondo delta del torrente Toscolano.
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lago di garda |
basso garda | |