Il
lago di Como o Lario e' situato a quota
198 m.s.l.m. e si suddivide nei tre rami,
di Como a sud-est, di Lecco a sud-ovest
e di Colico a nord.
Si situa al terzo posto per estensione
tra i laghi subalpini ed addirittura
al primo per lunghezza di perimetro
(circa 160 km.) La profondita' massima
raggiunge i 410 m. che lo porta al primo
posto fra i grandi bacini dell'Italia
settentrionale. Il lago di Como e' un
bacino subalpino di impronta glaciale
formatosi con l'estensione del ghiacciaio
del fiume Adda. Molti sono i suoi immissari,
la maggior parte a carattere torrentizio,
mentre due sono gli affluenti di grande
portata, il fiume Mera e l'Adda, entrambi
dal ramo di Colico. L'unico emissario
e' il fiume Adda che defluisce da Lecco
attraverso i laghi di Garlate e di Olginate.
Il lago e' percorso lungo tutto il suo
perimetro da una strada costiera che
ne facilita l'accesso. Unici punti dove
il percorso stradale si stacca dalla
costa sono i tratti dalla penisola di
Olgiasca fino al piano di Spagna, a
nord nei dintorni di Colico.
Il periplo completo del lago di Como
in canoa puo' prendere piu' giorni a
seconda del ritmo che si vuole tenere.
Nel nostro caso (data la vicinanza ai
nostri luoghi di residenza) abbiamo
suddiviso i circa 160 km. di circumnavigazione
in piu' tappe giornaliere per i due
rami di Como e di Lecco ed in due tappe
l'alto lago fermandosi a dormire in
uno dei numerosi campeggi costieri.
Le tappe giornaliere prevedevano di
arrivare in auto sul lago facendo poi
un percorso di andata e ritorno sulle
due rive opposte del ramo interessato
oppure facendo un unico tragitto lungo
una riva tornando poi con l'autobus
od il battello.
La cartografia utilizzata e la Multigraphic
n°201 "Brianza e prealpi lombarde" in
scala 1:25.000 ma soprattutto la Kompass
n°91 "Lago di Como, lago di Lugano"
in scala 1:50.000 in quanto comprensiva
dell'intero lago e comunque abbastanza
particolareggiata per gli interessi
architettonici e naturalistici degli
scriventi.
Due parole vanno spese per quanto riguarda
i venti che soffiano sul lago. Generalmente
soffiano da nord a sud al mattino e
da sud a nord nel pomeriggio con un
aumento di intensita'. L'alto lago e'
decisamente zona molto ventosa, infatti
e' frequentatissimo dai windsurf che
si lanciano da Gera Lario e dalla foce
del fiume Mera. Comunque la carta Kompass
riporta i principali venti indicando
anche le loro direzioni principali.
Partenza dal porto
di Como
Dato che dal porto di Como siamo partiti
per la prima "navigata" sul lago, proprio
da questo punto inizieremo la descrizione
della costa. Il posto piu' comodo per
imbarcarsi e' l'imbarcadero del porto
sul lungolago Trieste (dalla parte delle
stazioni FFSS e degli autobus) per poi
dirigersi verso punta Geno a nord. Questa
punta e' caratterizzata da uno spettacolare
getto d'acqua che, mossa dal frequente
vento, fa ricedere l'acqua sui canoisti
di passaggio in prossimita' della riva,
refrigerandoli in estate e "ghiacciandoli"
in inverno.
Passata punta Geno si e' in genere investiti
dai venti e si inizia a percorrere una
costa interessante punteggiata da ville
sulle sponde e da paesi abbarbicati
sulle pendici dei monti.
Il porto di Torno
Torno ha un bel porticciolo, racchiuso
da mura in pietra, con comodi scivoli
per le imbarcazioni ed il centro del
paese disposto ad anfiteatro intorno
ad esso.
Due banane galleggianti
a Torno
Passata la punta di Torno, in una tranquilla
ansa molto verdeggiante e' la villa Pliniana
in stato di completo abbandono ma ancora
splendida con la sua proporzionata mole
a diretto contatto con l'acqua. Alle sue
spalle la cascata intermittente che si
getta nel parco con un salto di 80 m.,
solo con determinate condizioni di presenza
d'acqua. La bellezza di queste rive si
scopre imbarcandosi molto presto al mattino,
quando ancora pochissime barche sono uscite
dai porti e una sottile foschia permette
a malapena di scorgere la riva opposta
del lago.
Giunti a Nesso, suggestivo borgo sul
lago, si deve fare una sosta per visitare
l'orrido proprio alle spalle del paese.
Pagaiando proprio al centro dell'abitato,
sotto un passaggio con le case a picco
sul lago, si risale per pochi metri
il torrente che lo attraversa per poi
proseguire a piedi in vista della suggestiva
cascata.
Passata la punta di Cavagnola, si intravede
sull'altra sponda l'isola Comacina mentre
si percorre una costa priva di interesse,
caratterizzata da abitati anonimi ed
alcuni piccoli cantieri navali. Dopo
Lezzeno si costeggia una zona disabitata,
a picco sul lago fino a giungere agli
abitati che precedono Bellagio con una
serie di splendide ville con parchi
e giardini lussureggianti.
Bellagio con punta Spartivento ed i
suggestivi roccioni bianchi a picco
sul lago (sovrastati dal parco della
villa Serbelloni) meritano una sosta
sull'acqua che ci permetta di osservarne
attentamente le bellezze architettoniche
e paesaggistiche. Oltretutto, nelle
limpide mattine invernali, dalla punta
Spartivento si apre uno spettacolare
panorama dell'alto lago con le cime
innevate delle montagne al contorno.
Si comincia a percorrere il ramo del
lago di Lecco costeggiando fra rive
molto verdi e rocce a picco su un'acqua
molto trasparente. Paesi ed architetture
non sono rilevanti se si esclude la
presenza di qualche villa. Anche questo
tratto, se percorso al mattino, restituisce
sensazioni di liberta', di potersi muovere
tranquillamente nel silenzio del lago
rotto piacevolmente soltanto dai rintocchi
delle campane. La carenza di interessi
sulla "strada" che stiamo percorrendo
e' bilanciata dalla magnifica vista delle
Grigne, sull'altro versante del lago,
incombenti sull'abitato di Mandello.
Il percorso tra Onno e Malgrate presenta
un primo tratto con rive disabitate
e verdeggianti, un secondo tratto, sotto
il monte Moregallo, molto roccioso,
con pareti a picco, rovinato solo da
alcuni stabilimenti di calce.
Dopo Pare' ed il suo golfo la costa si
fa piu' dolce, ancora verdeggiante e
si rifa' costante la presenza di abitazioni.
Si deve prestare attenzione all'attraversamento
in prossimita' del ponte di Lecco a causa
del traffico di imbarcazioni a motore
da e verso il lago.
Lecco ci si presenta con il frequentato
lungolago e l'inizio della superstrada
realizzata proprio in riva fino ad Abbadia
Lariana. Si prosegue in presenza di
forte urbanizzazione fino a Mandello
per ricominciare poi a scorgere una
serie di piccoli abitati caratteristici.
Ad Olcio si costeggia la bellissima
scalinata del porticciolo che dalla
strada porta, con una "colata" di gradini
in pietra grigia (sembra una colata
di lava), in riva al lago. Il borgo
di Castello, vero e proprio nucleo fortificato
su una penisoletta, ci si presenta con
le case a baluardo sull'acqua e disposte
a formare una muraglia difensiva.
Gli abitati si fanno piu' radi fino a
Fiumelatte quando si ricominciano a
vedere alcune belle ville. A Fiumelatte
si scorge il torrente omonimo, di brevissimo
corso che prende questo nome dal biancore
della spuma che produce nello scendere
dopo un percorso di soli 250 m. Il periodico
formarsi del fiume, da primavera all'autunno,
sembra dovuto al fatto che esso costituisce
il troppo pieno della caverna da cui
sgorga.
In questa localita' inoltre ha sede
l'incubatoio Marco de' Marchi, il maggiore
allevamento di trote d'Italia.
Si costeggia villa Monastero, con un
magnifico parco e giardini botanici,
per giungere a Varenna preceduta da
alcuni edifici con bei giardini protetti
dalle acque del lago con robuste cinte
murarie. Nella parte centrale dell'abitato
si scorge una bella passeggiata lungolago
in parte su passerelle sospese sull'acqua.
Si prosegue per una costa a tratti disabitata,
fra promontori formati dai detriri trasportati
dai fiumi che alimentano il lago e su
cui si sono costruiti paesi come Bellano,
con l'orrido con cascata poco all'interno,
Dervio e l'abitato di Corenno Plinio
digradante su un costone sul lago, suggestivo
con case in pietra arroccate su un piccolo
promontorio, scalinate che scendono
diritte ed il porticciolo con case diroccate
ma con uno scenografico castello in
rovina sullo sfondo.
Superato il promontorio di Dervio si
scorge la penisola di Olgiasca. E' questo
uno dei punti piu' suggestivi del lago
per le sue rive incontaminate, la tranquillita'
del laghetto di Piona (racchiuso dalla
penisola do Olgiasca) e la bella costa
rocciosa del promontorio che racchiude
a nord il laghetto. La penisola di Olgiasca
presenta rive rocciose con alcuni punti
dove gli alberi giungono fino a lambire
le acque con i rami.
Non ci sono segni di insediamenti fino
a giungere al molo dell'abbazia di Piona.
Oltrepassata la punta si entra nel laghetto,
tranquillo, riparato dai venti e' caratterizzato
da rive basse ad est dove vi sono alcuni
campeggi e rive piu' inaccessibili, miste
roccia e bosco, sul resto del perimetro.
Il promontorio che racchiude a nord
il laghetto di Piona ha le stesse caratteristiche
della penisola di Olgiasca, fino a raggiungere
l'abitato di Colico.
La vicinanza della foce dell'Adda si
manifesta con la presenza di folti canneti
sulle sponde del lago e sugli isolotti
formatisi allo sbocco del fiume. Questa
vegetazione persiste sulle sponde del
piano di Spagna dove si possono vedere
parecchi gruppi di cavalli al pascolo.
Addentrandosi nel piano lungo alcuni
canali si puo' giungere in vicinanza
degli animali, in silenzio nascondendosi
dietro i canneti. E' il punto piu' frequentato
dai windsurfers per il forte vento che
soffia da nord e si alza in genere il
pomeriggio.
Pesci ad essiccare a
Pianello del Lario
Superata
la foce del fiume Mera si giunge a Gera
Lario, nei cui dintorni e' ancora tutto
un pullulare di fanatici della tavola
a vela. La costa fino a Gravedona non
presenta scorci interessanti.
A Gravedona, grossa cittadina sul lago,
si erge su tutto il palazzo Gallio,
possente e bel quadrilatero con torri
angolari e un doppio loggiato spartito
in tre arcate sulla facciata sul lago.
La costa si
fa piu' costruita con una sequenza di
paesi interessanti fra i quali Dongo,
Musso e Rezzonico arroccato su un promontorio,
mentre a Pianello del Lario si possono
osservare i pesci stesi ad essiccare
sui moli.
Dopo Acquaseria si percorre un tratto
di costa disabitata fino a giungere
a punta la Gaeta su cui sorge una villa
in stile medioevale in bellissima posizione
panoramica protesa in mezzo al lago.
Dopo un breve tratto ancora disabitato
e caratterizzato da alte rupi a picco
sull'acqua, riprende la sequenza di
abitati fra cui Menaggio con il bel
lungolago e Cadenabbia in splendida
posizione con vista su Bellagio e sulla
confluenza dei due rami del lago.
Villa a Punta
la Gaeta
Si prosegue per Tremezzo preceduto da
villa Carlotta con lo stupendo parco,
per giungere in vista della verdeggiante
punta del Balbianello con il parco di
villa Arconati.
Superata la punta si giunge all'isola
Comacina o di S.Giovanni, l'unica del
lago e con un perimetro di circa 2 km.
L'isola, di proprieta' dell'Accademia
di Belle Arti di Milano, possiede, alla
sua sommita', resti di vari edifici
religiosi su preesistenze romane oltre
all'integro oratorio di S.Giovanni,
raggiungibili sbarcando sulla punta
di nord-est e seguendo un sentiero lastricato.
Il tratto di costa fino a Brienno, escluso
l'abitato di Argegno, e' privo di insediamenti,
si percorre in tutta tranquillita' ma
e' privo di punti molto interessanti.
Da Brienno ricomincia la presenza costante
di abitazioni in forma di ville isolate
o paesini sul lago come Torriggia, posta
nel punto piu' stretto dell'intero lago
(circa 650 m.), Laglio, Carate Urio, fino
a giungere a Moltrasio preceduto da alcune
belle ville.
Si prosegue lungo una costa che ormai
presenta abitazioni senza soluzione
di continuita' fino a Como. Punti di
particolare interesse architettonico
sono villa d'Este (ora albergo) ed il
suo parco a Cernobbio e villa Olmo anch'essa
con il suo parco ora aperto al pubblico,
passando per altre costruzioni minori
ma sempre di una certa presenza. A Como
si passa davanti allo scalo idrovolanti,
al lungo molo del porto fino a tornare
all'imbarcadero sul lungolago Trieste.
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