8 - da Castets en Dorthe
a Portet
1 Agosto - 33 km. - 1 chiusa.
Mi alzo di buon mattino per andare ai servizi che trovo però ancora chiusi,
è troppo presto mi dicono gli addetti al porto canale, così devo arrangiarmi
nel parco. In paese poi trovo finalmente panettiere e droghiere aperti e
compero per colazione, e mancata cena di ieri, pane alle noci, un ottimo
salame che mi farò durare qualche giorno e pomodori.
Mi sistemo su alcune gradinate in vista della Garonne, proprio
sotto al castello che dà origine al nome del paese, per fare
colazione mentre osservo che la corrente sta ancora lentamente
risalendo il fiume. Si deve attendere che l'alta marea giunga
al culmine per permettere alla corrente di riprendere il suo
corso naturale, verso il mare, in modo di poter scendere;
infatti ci sono già parecchie imbarcazioni in attesa in
fila all'ultima chiusa.
Il castello di Castets en Dorthe
L'eclusier mi informa sugli orari delle maree e scopro di
poter partire fra un paio di ore. Inoltre mi dice che non
ci sono particolari problemi a raggiungere Bordeaux in kayak.
La marea cambia due volte al giorno con un ciclo di dodici ore,
sei di alta più sei di bassa. Qui, che sono molto distante dal
mare, la marea impiega sempre dodici ore ma la durata della
bassa è più lunga, siamo circa a cinque ore contro sette.
Smonto la tenda e trasporto il kayak allo scivolo in pietra
che ho visto lungo il fiume appena passata la chiusa; quello
che non avevo visto bene è che tale scivolo è realizzato
con pietroni arrotondati su cui il carrello ballonzola
allegramente mentre tento ti trascinarlo con fatica
oltre ogni pietrone fino a giungere finalmente a lambire
le acque del fiume di un bel color "marrone Gange".
Mentre mi preparo a scendere in acqua vedo aprirsi la chiusa
sul fiume ed uscirne le prime imbarcazioni che affrontano
la navigazione con ancora una leggera corrente contraria.
Appena pronto mi calo in acqua rendendomi conto di poter
agevolmente contrastare la debole corrente contraria ed
incamminarmi guadagnando qualche minuto sull'orario della bassa marea.
Imbarco nella Garonne a Castets en Dorthe
A Castets si sono comunque dimostrati tutti molto gentili,
dall'eclusier al droghiere ed a molti vecchietti, fermi
in camper, che si sono interessati al kayak e mi hanno
elargito consigli. Mai che l'interessamento venga però
da belle ragazzine francesi…sarà forse per il fatto che
non riesco a fare molte docce, per la barba incolta e
la maglietta che mi si è, non so come, quasi appiccicata addosso?
Con l'andare del tempo la corrente aumenta dandomi circa
2-3 km/h di velocità in più che sul canale, dove navigavo a 5-6 km/h.
Navigare nel fiume dopo giorni di canale cambia un po' il
modo di pagaiare, si deve stare più attenti ai mulinelli
che spostano la prua del kayak a destra e sinistra, ai
tronchi sulla rotta, ma soprattutto devo stare attento
a fare entrare meno acqua possibile nel pozzetto. Per
cui, nonostante il gran caldo decido di chiudere metà
pozzetto con il paraspruzzi anche se ciò comporta una
certa sauna per le gambe; però permette all'acqua
raccolta dalle pagaie di sgocciolare sul paraspruzzi
ed uscire dal kayak.
Architettura moderna sul fiume a Langon
L'acqua è l'elemento che cambia; da quella del canale
di colore verde e di odore "canale di Venezia", si passa
ad un'acqua fangosa tipo fiume indiano con velature di
olio motore e ogni tanto odore di marcio.
Non che si senta sempre questo odore ma è l'unico che
ogni tanto viene alle narici ed è prodotto dalle rive
fangose che si mettono in mostra man mano che la marea
scende, ma solo nelle anse con poca corrente.
Non ho mai pagaiato con la marea e ciò che colpisce è
la trasformazione che subiscono le sponde del fiume,
sembra di passare velocemente da una stagione di piena ad una di secca.
Le rive sono varie, sabbiose, fangose, rocciose, con
prati, tutte con una leggera velatura fangosa; quando
invece è alta marea, il fiume assume le sembianze di
un corso d'acqua in piena, con le rive alla loro giusta quota.
La Garonne
Una caratteristica del fiume sono le rive costellate di
reti da pesca sospese a trabattelli collegati con ponticelli
a casette in legno, se ne vedono concentrazioni soprattutto
in corrispondenza dei paesi.
I moli meritano una analisi. All'inizio non riuscivo a
capire come facessero, con la marea, le barche a non
restare appese al molo con l'acqua bassa, poi ho scoperto
le banchine semovibili, che seguono la marea, imperniate
su due o più grossi pali a sezione circolare in ferro che
fanno da perni. Le banchine galleggiano sull'acqua e si
muovono perpendicolarmente sui pali.
Collegate alle banchine ci sono dei pontili incernierati
che permettono il movimento fra la banchina e la terraferma.
Alcuni porti però non sono dotati di queste banchine, ma
solo di scomodo moli fissi in pietra e scivoli di alaggio,
completamente inutilizzabili in bassa marea in quanto
ricoperti di scivolosissimo fango.
Dato il tempo limitato per discendere il fiume prima che
cambi la marea e l'impossibilità di capire sulla cartina
quali siano i moli su cui poter approdare (oltre ad alcuni
informatori che mi davano qualche pontile fuori uso
dall'inondazione dell'anno scorso), decido di fermarmi
per tempo al pontile di Portet, situato a poche decine
di metri dal paese, ben sistemato con alcuni tavoli da
pic-nic, un bel prato dove piantare la tenda e un piccolo
servizio igienico.
Il pontile a Portet con bassa marea
Dopo avere saldamente ormeggiato il kayak al pontile insieme
ad altre imbarcazioni, mi ripulisco alla meglio e perlustro
il paese dove, manco a dirlo non trovo né un ristorante, né
un droghiere; meno male che posso fare almeno il pieno di
acqua potabile dai rubinetti del molo.
Al cambio di marea faccio la conoscenza del Mascaret,
le onde create dalla risalita della marea sulla corrente
del fiume, con un effetto inferiore però a quello che
ho visto su alcune foto in Internet.
La marea sale verso il fiume con una potenza tale da
creare una serie di tre onde lunghe (si notano arrivare
guardando le rive) alte circa un metro che alzano i
pontili e girano nelle anse aumentando velocità e
gettandosi sulle rive opposte.
Comunque, se la marea ha impiegato 7-8 ore a scendere,
ora in poco più di tre ore risale con potenza e corrente
moltiplicata per riportare il fiume al livello naturale.
Mentre osservavo questo spettacolo è cominciato a piovere.
La pioggia è stata preceduta da un nuvolone nero immenso,
da una sorta di uragano di vento che increspava il fiume
come fosse mare in tempesta e da lampi e tuoni tremendi.
Poi, come è venuto se ne è andato lasciando la tipica
pioggerella tamburellante sulla tenda preventivamente montata.
Sul pontile sono rimasto alla pioggia ed al vento (avevo bisogno
di una rinfrescata dopo giorni di afa) in compagnia di un tipo,
sordomuto, con cui ho intrattenuto una interessante
conversazione sulle caratteristiche dei temporali
del luogo, mimati con suoni gutturali e grandi
scoppi con la bocca, oltre che sul Mascaret,
ammonendomi di non restare in acqua quando questo arriva.
Campo al porto di Portet
Consumo la cena in tenda, con la scorta
di cibo acquistata in mattinata, al lume
della luce soffusa del tramonto delle
21,30.
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