7 - da Le Mas d'Agenais
a Castets en Dorthe
31 Luglio - 37 km. - 9 chiuse.
Mi alzo con un tempo splendido e finalmente riesco a farmi un cafè au lait come
si deve nel bar del ristorante di ieri sera.
Visito anche la bella chiesa romanica nella piazza, a tre navate,
con archi e pilastri possenti e volte in pietra. La scarsa luce che
filtra dalle finestre a vetri colorati e la musica d'organo in sottofondo,
creano la giusta atmosfera di rispetto con cui vanno visitati questi luoghi.
Di ritorno al canale cerco ancora informazioni sulla Garonne.
Trovo il canoa club ancora chiuso ma incontro un signore
francese che fa footing sulla riva e mi conferma la difficoltà
di scendere in kayak in alcuni tratti del fiume, per cui
mi decido, mio malgrado, a sorbirmi altri 40 km. di
canale con sole e caldo.
Il paesaggio offerto dagli agricoltori locali
Percorro più agevolmente di quanto pensassi il ponte sulla
chiusa e mi tuffo nel canale che fortunatamente risulta per
gran parte ombreggiato.
Dopo una veloce sosta per pranzare con un energetico dolce
alle mandorle, giungo a Meilhan, paese situato su una rupe
scoscesa sulla sinistra del canale.
Un piccolo porto con bar e campeggio dà la possibilità di
fare una bella doccia calda per potersi rendere
presentabili alla visita del paese.
Si sale per una ripida scalinata all'inizio della quale
c'è bene in vista un cartello di divieto di accesso alle
biciclette; sarebbe una bella sfida portarne su una per
un centinaio di gradini.
Giunti in cima ci si trova su un belvedere con una
notevole vista sul canale, sulla Garonne e sulla
piatta campagna circostante fino alle prime colline
all'orizzonte. Il luogo era anticamente occupato
dal distrutto castello di Meilhan che dominava
le terre da uno dei pochi punti elevati del circondario.
Un giro del paese permette di scoprire che non c'è
niente altro di interessante tranne questo belvedere
dotato, oltretutto, di un bel ristorante con terrazza,
ora chiuso.
La Garonne ed il canale dalla rupe di Meilhan
E' finora la giornata più calda, senza una bava di
vento, che obbliga a sudate pazzesche nei tratti di
canale non ombreggiati.
Dopo alcune giornate trascorse pagaiando in solitaria,
ora si incontrano un po' più di peniches con famiglie
e una grande quantità di coniugi di una certa età con
barche proprie, di cui molte barche a vela.
Quando il canale corre lontano dalla strada e non ci
sono rumori, il kayak spaventa e fa levare in volo
aironi grigi, anatre con i piccoli ed uccelli rapaci
di cui non conosco il modello.
Dopo la visita al paese sotto un sole pazzesco mi
fermo al bar del porto canale per un panachè accompagnato
da pistacchi prima di riprendere la navigazione nella
speranza di arrivare entro sera a Castets en Dorthe.
Qualche chilometro più avanti si nota sulla sinistra un
porto ben organizzato in una sorta di ansa ricavata ai
lati del canale, dotata di ristorante, spiaggia e
campeggio. Non mi fermo e proseguo fino alla chiusa
seguente dove scendo per andare a cercare, nel vicino
paese di Fontet, un qualsiasi negozio di alimentari
per rinnovare la scorta di viveri ridotta ormai a poca
acqua e pochi pistacchi.
Lascio il kayak alla chiusa e proseguo a piedi per
il paese che trovo completamente chiuso e disabitato;
in compenso riesco trovare una chiesa di cui avevo
intravisto la bella facciata dal canale. Peccato
che anche questa sia chiusa, come molte chiesette
di paese che ho potuto ammirare solo dall'esterno,
e strano che non venga neanche segnalata da
cartelli, tanto da non poterne neanche riportare il nome.
Chiesa a La Fox
Riparto ormai nel tardo pomeriggio e
forzo un po' l'andatura per arrivare a
Castets ed alla fine del canale.
Mi trovo talmente messo male con la scorta
d'acqua, oggi ne ho dovuta bere molta
per il gran caldo, che alla chiusa seguente
busso ad una porta e chiedo alla gentile
madame dell'eau de rubinet (alle chiusa
non si trova neanche un rubinetto!) in
modo che posso ripartire senza rischiare
di morire di sete…magari solo di fame.
Dopo un'infinità di ponti ed anse, tanti
quanti non ne ho visti in tutto il viaggio
(forse è l'impressione data dalla stanchezza
di questo lungo giorno sull'acqua), arrivo
a Castets en Dorthe pregustandomi una
bella cena di gamberoni con patatine fritte
e un buon vino locale dopo essermi sistemato
al campeggio indicato sulla guida del
Canal du Midi.
Invece, dopo essermi sorbito un bel trasbordo
di un chilometro alla penultima chiusa,
ho la sgradevole sorpresa di scoprire
che il campeggio altro non è che un prato
a lato del porto canale con tanto di camper
parcheggiati, signori che accompagnano
i propri cagnolini e nucleo servizi igienici
chiuso (riaprirà il mattino dopo) e un
baracchino-bar-ristorante dove, arrivando
giusto il sabato sera, non si mangia se
non si è prenotato.
Preso dallo sconforto, parcheggio kayak
e bagagli ancora sul carrello e divoro
il paese alla ricerca di un posto dove
poter mangiare anche solo un piatto di
patatine fritte.
Non solo non trovo un ristorante aperto
ma non trovo proprio un ristorante, tranne
il baracchino sul porto che immagino in
funzione esclusivamente nei mesi estivi.
Il paese è spettrale, strade con auto
parcheggiate, foglie ammucchiate lungo
i marciapiedi, la finestra di un soggiorno
aperta sulla strada ed all'interno la
TV accesa su presunte quotazioni di borsa
e nessuno seduto in salotto, sembra non
ci sia anima viva!
Mi incammino verso il porto, costituito
da un lungo molo in legno sul canale e
da un piccolo moletto sul fiume, per rendermi
conto di quanto squallido sia questo posto.
Questo è il punto di collegamento fra
il Canale e la Garonne, fra il Mediterraneo
e l'Oceano e in questo paese non c'è nulla!
Spero domani, che naturalmente è domenica,
di trovare aperto un ufficio al porto
per potermi almeno informare sugli orari
delle maree.
Già perché ora si aggiunge la complicazione
di dover navigare stando alle maree che
giungono fino qui che siamo a circa 160
km. dal mare!
Vado a dormire senza una doccia, senza
mangiare, se non le ultime decine di pistacchi
accompagnati dall'acqua raccolta da tutte
le bottiglie vuote e semivuote sparse
per il kayak.
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