2 - da Toulouse a Montech
26 Luglio - 38 km. - 8 chiuse.
Al mattino mi reco subito agli uffici
della VNF per ottenere la vignette del
Canale e mi scontro subito con la burocrazia:
l'ufficio apre alle 8,30 ma devo attendere
le 9,30/10,00 perché non c'è il personaggio
che registra le vignette.
Faccio un giro fino al Pont Neuf dove
mi meraviglio della quantità di acqua
nella Garonne in confronto a quella osservata
ieri appena fuori città.
Ritorno dopo un'ora per sentirmi dire
che non è necessaria la vignette nel mio
caso perché ho un'imbarcazione che non
supera i 5 metri!
Sconfortato per la mattinata persa ma
felice per la notizia che posso in tutta
tranquillità navigare per il Canale, torno
in campeggio per iniziare il viaggio.
Mi accordo con il campeggiatore per lasciare
l'auto e carico tutta l'attrezzatura sul
carrello porta canoa per affrontare i
400 metri che mi separano dal canale.
In poco tempo monto il kayak faticando
non poco a farci stare tutti i bagagli
e finalmente mi getto in acqua.
Dopo aver aspettato un anno questo momento
non riesco ancora a rendermi conto che
sto partendo per una serie imprecisata
di giorni da solo in kayak con la tenda.
Alla prima chiusa provo un attrezzo che
mi sono portato per agevolare sbarco e
imbarco sulle rive del canale: una vecchia
stuoia di paglia, estremamente utile per
fare scivolare meglio il kayak (tanto
utile che ne ho sentito molto la mancanza
quando, qualche giorno dopo, mi è scivolata
in acqua affondando inesorabilmente).
Durante il trasbordo incontro due punkabestia,
con quattro bei cagnoni, che si dirigono
verso Toulouse trainando un carrello tipo
portabagagli delle vecchie stazioni pieno
zeppo di borse. Mi si avvicinano e penso
subito che vogliano soldi, fumo o solo
da accendere, invece mi chiedono da dove
vengo. "Dall'Italia" rispondo, e loro
"dall'Italia in kayak?!", ed io "nooo!"…e
via con una spiegazione trilingue: italiano,
francese ed inglese.
Appena dopo la chiusa mi fermo a mangiare
qualcosa su un pontile in legno e mi rendo
conto di essere finalmente partito.
Pausa pranzo appena partito da Toulouse
Il Canal Lateral a la Garonne ha parecchie
chiuse automatizzate così funzionanti:
poco prima di giungere alla chiusa si
trova un cavo su due piloni da riva a
riva ed a cui è attaccato un comando elettrico.
Una corda parte da questo comando, costituito
da una scatoletta di plastica, e giunge
in mezzo al canale a circa 2 metri dall'acqua.
Quando dalla barca si tira la corda parte
la sequenza di comando ai meccanismi della
chiusa per aprire e chiudere, dopo un
tempo prefissato, le paratie.
Una cosa che mi è venuta subito da pensare
è il permesso negato dagli uffici della
VNF per passare con la canoa le chiuse.
Certo che con questo comando posto a 2
metri dall'acqua, l'unica possibilità
di accedere alle chiuse sarebbe quella
di salire in piedi sulla canoa e tirare
la corda cercando di evitare un sicuro
bagno nel canale…oppure campeggiare nell'attesa
di qualche imbarcazione con cui entrare
in chiusa.
Il canale non è un gran chè, era sicuramente
più bello il Canal du Midi con un numero
maggiore di anse che caratterizzavano
il percorso e con un traffico più sostenuto,
gradito anch'esso per i saluti e gli incoraggiamenti
degli equipaggi.
Qui invece il canale è molto più rettilineo
ed oggi tira anche un vento teso da nord.
Il canale fra due ali di alberi
Nel tardo pomeriggio giungo a Grisolles,
il primo paese un po' grande dove c'è
un campeggio.
Anche se non c'è uno straccio di porto
o di attracco, mi fermo e vado verso il
centro dove c'è un solo bar aperto, niente
posti dove cenare.
Scopro dalla cartina della città, nella
piazza principale, che è improponibile
raggiungere il campeggio con il kayak
sul carrello, quindi decido di ripartire
verso l'unica meta possibile: Montech
a circa 15 chilometri! E sono già le 17,30.
Mi metto in marcia e ben presto si fa
così buio da dover attrezzare il kayak
con la torcia subacquea posizionata a
prua per vedere almeno eventuali ostacoli.
Con grande sforzo e con il timore di forzare
troppo il primo giorno rischiando una
tendinite, giungo a Montech trovando tutto
chiuso. Il porto canale non ha neanche
un bar od un ristorante, niente.
Ormeggio proprio di fianco al campo di
bocce (unico posto frequentato almeno
fino a mezzanotte) e mi avvio verso il
centro dato che noto molte luminarie lungo
i piloni della luce sulla strada principale,
come per una festa del paese.
Bene, c'è un solo ristorante aperto che
aspetta che se ne vada l'ultimo cliente,
niente altro. Allora faccio un giro per
il centro, di piccole dimensioni ma con
qualche bella casa a graticcio ed il bel
campanile della chiesa ben illuminato.
Non trovo in giro nessuno, giusto qualche
auto che sfreccia con la radio a tutto
volume su musiche nord-africane.
Torno al porto, attendo che i maniaci
della petanque abbandonino il campo e,
all'alba delle 24,00 conquisto una panchina
che cerco di rendere comoda stendendo
il materassino gonfiabile.
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