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4 - da Colombiers ad Argeliers


5 Agosto - 29 km. - 0 chiuse!

Ci si sveglia a bordo canale con il sole che filtra tra i rami. Piu’ che altro ci si sveglia per il rumore di vicini cantieri edili e di colpo…come quando il piu’ tipico l’indiano del piu’ tipico film western accosta l’orecchio al terreno per sentire rumore di zoccoli di cavallo, ecco che, ancora chiusi nelle rispettive tende, cominciamo a sentire un leggero tremore del terreno (non scherzo!).

Colombiers al mattino
Colombiers al mattino

Apro la zip della tenda giusto in tempo per seguire con la coda dell’occhio la retroguardia di un gregge di capre che ha appena attraversato il campo, cioe’ il parcheggio per camper, portandosi dietro un inconfondibile odore di profumatissimo formaggio.

Usciamo dalle tende e ci troviamo di fronte ad un quadretto composto dall’acqua calma del canale con il riflesso dell’ombra portata dalle fronde degli alberi illuminati dal sole nascente, alla sinistra un ponte in pietra ad un arco che porta a Colombiers e poco distante, ancora piu’ a sinistra la campagna francese, verde, punteggiata di villaggi posti su piccole elevazioni e da cui spuntano campanili e torri in pietra.

Ogni tanto ci si volta a cercare l’origine di un inconfondibile rumore di motore a scoppio e ci si trova di fronte ad un’altra caratteristica delle campagne francesi, la 2CV sotto forma di Mehari, Special, camionetta della polizia, di un agricoltore, di un panettiere e cosi’ via.

D’un tratto ci viene fame e, inforcato il kayak ci dirigiamo indietro verso il porto canale di Colombiers per fare colazione ad un bar con francesissimi croissant ripieni di marmellata.

Poco dopo il paese ci troviamo ad attraversare l’unica galleria del canale (>>foto), scavata nel tufo e lunga 170 metri, per superare una collina, il Percee de Malpas.

Il tunnel de Malpas
Il tunnel de Malpas

Facciamo in tempo a passare lo stretto tunnel ed a fermarci per scattare un po’ di foto (>>foto), quando dall’altra parte giunge un enorme barcone tipo house-boat olandese che, occupando quasi tutta la larghezza del canale ci passa di fianco facendo ondeggiare il kayak.

Passaggio di un barcone nel tunnel de Malpas
Passaggio di un barcone nel tunnel de Malpas

Capestang e’ uno dei tanti bei piccoli paesi in cui ci fermiamo per pranzo. Dal porto canale lo si raggiunge facilmente a piedi.

Da quando ho immaginato questo viaggio, mi venivano alla mente immagini dei piu’ improbabili paesini francesi, composte da quelli che consideravo stereotipi paesaggistico/architettonici: la campagna verdeggiante, boschi, colline, viti a perdita d’occhio, poi, di colpo, un campanile e poche case intonacate attorno, tetti in coppi e colori pastello tenui, la chiesa, la cattedrale in pietra.

La chiesa di Sainte Etienne a Capestang
La chiesa di Sainte Etienne a Capestang

Poi le piazzette ombrose dove si puo’ osservare il via vai della gente del posto e dei tanti turisti (provenienti soprattutto dalle barche in affitto). Paesini di campagna, semplici, osti scontrosi o divertenti e pronti alla battuta, alcuni turisti inglesi con scarponcini scamosciati e calze di cotone beige, ragazzine con scarpe da ginnastica anche con gli attuali 35 gradi all’ombra.

Peccato che la chiesa di Saint-Etienne sia chiusa, dato che si scorge in copertura un bel terrazzo da cui osservare i dintorni.
Pranziamo nella piazza a ridosso della chiesa, al Cafe’ de la Grille, con tanto di griglia accesa nonostante l’afa.

Piazza della chiesa di Capestang
Piazza della chiesa di Capestang

Ordiniamo due birre. Sembra che in Francia l’unico formato di bicchiere per bere birra sia quello da 25 cl., per cui insistiamo nell’ordinare due birre grandi che qui chiamano “formidables”…forse perche’ nessuno ne chiede in bicchieri da 0,5 cl.

Il canale ora corre alto sulla campagna verso sinistra ed alla stessa quota sulla destra, movimentandosi con molte anse, probabilmente per aggirare lievi pendii naturali.
Effettivamente, navigando in kayak lungo il canale non si riesce a vedere nulla delle campagne all’intorno, per cui ogni tanto ci si ferma per curiosare al di la’ della linea degli argini, oltre i quali si vede solo cielo e, ogni tanto, qualche campanile.

Cavalli al pascolo sulle rive del canale
Cavalli al pascolo sulle rive del canale

Le soste inoltre sono l’occasione di sgranchire un po’ le gambe, soprattutto in questo tratto in cui per chilometri non dobbiamo affrontare altre chiuse, quindi non abbiamo soste obbligate per attraversarle o trasbordarle.

In questo lungo tratto approfittiamo di una banchina in pietra a ridosso di un ponte per fermarci e stappare la bottiglia di Pernod che ci portiamo dietro da giorni, accompagnato da pistacchi.

Pausa Pernod
Pausa Pernod

Alla sera ci fermiamo presso il paesino di Argeliers in un’ansa con molte imbarcazioni. Il posto ci sembra molto tranquillo, c’e’ un ristorante, parecchi navigatori che gia’ cenano a bordo delle loro barche ed un’altra tenda sulla sponda del canale.
Piantiamo il campo, lasciando la canoa ormeggiata poco distante, ci prepariamo un panino con buon formaggio di capra acquistato a Capestang e ci incamminiamo per visitare il paese.

Campo ad Argeliers
Campo ad Argeliers


Attraversiamo i campi che ci separano dall’abitato e ci dirigiamo verso una torre quadrata che spunta dai tetti in coppi. Cerchiamo il bar sulla piazza che tutti i paesi hanno, ma scopriamo che il luogo dove si ritrovano gli abitanti non e’ un locale pubblico, si tratta invece di uno spazio con giardini ordinati dove gli anziani sono da una parte ed i giovani dall’altra.
L’ambientazione e’ molto simile a quella che si puo’ vedere in un film del dopoguerra, in cui la vita riconquista una sospirata calma e i bambini scorrazzano tutto intorno. La chiesa non ha un sagrato ma un cortile, come puo’ esserlo quello dell’oratorio.
Torniamo quindi al canale e ci fermiamo al ristorante, che avevamo gia’ notato arrivando, per un muscat ed un kir prima di andare a dormire.

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