6 - da Laigueglia a Oneglia
La stazione è piuttosto vicina
al mare, si tratta di attraversare solo
un paio di isolati per giungere alla passeggiata
lungo la spiaggia e decidere da quale
punto imbarcarsi.
L’abitato di Alassio si distribuisce
lungo la costa con una passeggiata caratterizzata
da pini e palme ed e’ racchiuso
da un entroterra scosceso e verdeggiante.
La strada torna a correre sul mare su
una brutta pilastrata di cemento.
Laigueglia si presenta con un ampliamento
cittadino fino sulle pendici dei monti
alle spalle, poi con un bel centro storico
dove le vecchie e colorate costruzioni
tipiche liguri sono rimesse a nuovo.
Emergono alcune belle costruzioni quali
una torre intonacata all'inizio del grande
molo in pietra e, appena prima, vicino
alla ferrovia, la vecchia chiesa della
Concezione con il tetto in scandole di
lavagna.
Poi, in centro, svettano i due campanili
di una chiesa coperti da tessere in ceramica
policroma che danno un tocco di colore
ai tetti degli edifici del centro storico
realizzati in cotto o lavagna.
Il compatto centro storico, racchiuso
da un anfiteatro di monti ripidi e verdi,
conserva alcune piazzette aperte sul mare
caratterizzate da alte palme.
Da qui si scorge capo Mele, punta molto
rocciosa rivestita da bassa vegetazione.
Alla fine dell’abitato si passano
gli scogli Tontonara, rocce affioranti
che si notano solo per la bianca schiuma
delle onde che vi si rompono.
La strada comincia a salire per superare
il capo, passando proprio sotto alla chiesetta
della Madonna delle Pene.
La spiaggia a Laigueglia e’ ancora
di sabbia, con l’infilata delle
cabine, realizzate al di sotto della strada
rialzata sul mare, che migliora l’impatto
visivo della struttura stradale in cemento.
La spiaggia di sabbia lascia il posto
prima a ciottoli, poi a rocce di dimensioni
sempre maggiori, fino a giungere al roccioso
capo Mele, dove si possono rivedere le
caratteristiche rocce stratificate che
creano enormi ondulazioni.
Una sola scomoda spiaggia di grossi ciottoli
interrompe la continuita’ degli
scogli fino a giungere alle due spiagge
che precedono il moderno ed enorme porto
turistico di Andora.
La prima in ciottoli e la seconda in sabbia,
entrambe con bagni ben realizzati che,
seguendo l’andatura della costa
ed utilizzando materiali locali come la
pietra e bordure vegetali, riescono ad
integrarsi nel contesto ambientale.
Andora si trova nella piana del fiume
Merula, con a destra una fitta pineta
punteggiata di case e sulla sinistra il
visibilissimo viadotto dell’autostrada,
con i suoi enormi piloni, che si infila
in galleria.
Il paese sul mare e’ costituito
da alti condomini moderni con un bel lungomare
ricco di palme.
La spiaggia e’ di sabbia, molto
lunga ed interrotta da alcuni moli in
pietra.
Il visibile campeggio situato proprio
sulla punta prima del fiume Merula non
e’ molto bello, si tratta più
che altro di un polveroso parcheggio per
roulottes e camper.
Ci si può infilare nel fiume superando
un piccolo tratto di secca portando la
canoa al guinzaglio per poi proseguire
per qualche centinaio di metri fra canneti
su entrambe le rive.
La vegetazione attutisce i rumori del
paese e della strada (si supera il ponte
dell’Aurelia) fino a giungere ad
un punto in cui i canneti si fanno troppo
fitti ed impediscono l’avanzata
con la canoa se non aiutandosi con un
macete.
Tornati in mare, finisce l’abitato
e ricomincia la costa di ciottoli prima
e di grossi massi poi, forse posti anche
per riparare la strada e la ferrovia dalle
mareggiate.
Il campanile dell’arroccato paese
di Rollo svetta su una serie di ville
e villette che punteggiano la costa.
Ad un certo punto si nota quella che sicuramente
e’ il luogo di soste di una colonia
di gabbiani: una serie di rocce completamente
imbiancate di guano.
E' in effetti sempre più difficile
trovare un lembo di costa non ancora costruito.
Un pò la strada sempre in vista,
poi i viadotti dell'autostrada poco all'interno,
ed infine la ferrovia che in molti casi
corre ancora in riva al mare rendono la
vista della costa poco interessante e
la frequentazione con un mezzo così
silenzioso come il kayak disturbata dalla
loro rumorosità.
Solo alcuni punti poco accessibili da
terra, i rocciosi capi ed alcune pendici
di monti molto ripide, permettono di godersi
una navigazione lungo la costa come doveva
essere prima dell'enorme afflusso turistico
che l'ha stravolta.
Dopo capo Mimosa si trova Ciappa del Congo,
una piccola spiaggetta in sabbia racchiusa
tra una punta rocciosa naturale ed un
molo realizzato in roccia. Il posto e’
strano, si entra nella baietta passando
da un mare increspato alla calma assoluta
ed al silenzio rotto solo dalle voci di
alcuni bagnanti.
La baia e’ circondata da un villaggio
costituito da prefabbricati in legno,
ben distanziati ed alternati ad alberature,
anche costruiti proprio fronte mare su
robuste massicciate in pietra.
Si gira capo Cervo, molto roccioso ma
piuttosto basso, per trovarsi di fronte
la bella vista del paese di Cervo, di
impostazione medievale, arroccato su uno
sperone di roccia e caratterizzato dalla
bella chiesa barocca di San Giovanni Battista
con sagrato vista mare.
Merita una visita questo centro abitato
di impianto spontaneo nato intorno ad
una elevazione naturale, con i suoi carrugi
stretti, i passaggi a volta e gli innumerevoli
archi strutturali gettati a sostegno di
fronti vicine. La salita ci porta naturalmente
verso la parrocchiale ricca di offerte
in rami di corallo dei pescatori del paese.
Ancora più in alto e dalla parte
opposta al mare si trova il castello,
verso monte.
Sotto il paese si trova una spiaggia in
sabbia e ghiaia riparata da alcuni frangiflutti
in pietra e cemento a formare un porticciolo
interno.
Una serie di campeggi sono situati appena
a ridosso della spiaggia e con alle spalle
la vicina stazione del treno.
Il mare, in questo punto, risente del
troppo riparo dei frangiflutti per cui
e’ piuttosto fermo e torbido.
Sono tornato a Cervo un sabato mattina
presto di fine giugno, un'oretta prima
del sorgere del sole per approfittare
della tranquilllità della spiaggia
e caricare la canoa con calma. Trovare
un tratto di spiaggia abbastanza libero
da bagnanti in questo periodo dell'anno
è molto difficile, vuoi per il
numero limitato di spazio sulle poche
spiagge libere, sia per il numero esagerato
di persone che invadono la Liguria nonostante
i prezzi esorbitanti ed il mare non sempre
trasparente e pulito.
Comunque nel momento che il cielo si sta
colorando di rosa per l'imminante soregere
del sole mi trovo completamente da solo
nel silenzio rotto solo dal frangere leggero
di piccole onde sulla spiaggia di ciottoli.
Carico in canoa il necessario per una
notte di campeggio nautico e parto con
il pallido sole che non riesce ancora
a scaldarmi le spalle.
Lascio Cervo per attraversare la baia
di San Bartolomeo al Mare e Diano Marina,
un'accozzaglia di brutti edifici residenziali
irrispettosi della qualità semplice
dei vecchi nuclei. La spiaggia è
nascosta ed interrotta da numerosi frangiflutti
in grossi massi riportati che impediscono
al moto ondoso di raggiungere il bagnasciuga
costituendo però brutte barriere
visive.
In effetti posso capire la funzione di
tali sbarramenti marini. Nonostante il
mare oggi sia molto calmo, ogni tanto
arrivano, sembra dal nulla, una serie
di ondine a ripetizione e senza il minimo
preavviso, forse formate dal gran numero
di enormi yacht che solcano il mare verso
il largo.
Capo Berta è in corrispondenza
del molo Cavour, o di Diano Marina, dove
si trova un campeggio in bella posizione.
Si prosegue lungo una costa pietrosa senza
possibilità di sbarco a causa della
orribile massicciata della ferrovia che
corre proprio a ridosso del mare.
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