5 - da Ceriale ad Alassio
Una bella villa in forme di castello,
Castello Borrelli, con torre merlata in
mattoni e realizzata sulle pendici del
monte che gradatamente finisce in mare,
separa Borghetto da Ceriale.
Anche a Ceriale abbiamo la stessa situazione
urbanistica di Loano mascherata dall’infilata
di palme sul lungomare; la spiaggia è
mista di sabbia e ghiaia.
Comincia la vasta piana del fiume Centa,
tutta coltivata in piccoli appezzamenti
agricoli e serre. La pianura di Albenga
è racchiusa da due catene montuose
che scendono perpendicolari al mare; la
serie di cime dietro Ceriale, spoglie
e punteggiate da qualche pineta, impressiona
per la forte presenza di questa massa
che sovrasta il paese.
La ferrovia torna a correre proprio sul
mare dove è stata realizzata una
massicciata di pietre contro cui si infrangono
le onde; fino ad Albenga non ci sarà
più spiaggia e solo qualche approdo
in corrispondenza dei ponti sui pochi
torrenti che scendono in mare.
Due campeggi si trovano proprio sul mare
al termine dell’abitato di Ceriale;
realizzati su una brutta piattaforma di
cemento ed allietati dal passaggio della
ferrovia subito alle spalle.
Anche Albenga non si presenta molto bene
dal mare; il vecchio abitato si trova
all’interno, nascosto dalla nuova
edificazione a condomini alti e francamente
senza un disegno decente. Il paese conserva
importanti tracce del suo passato medievale
costruite essenzialmente in mattoni per
la presenza di argilla nel terreno alluvionale
circostante.
La spiagge sono in sabbia e ghiaia, separate
da moli in pietra, ed il porto altro non
è che una spiaggia riparata da
un lungo molo dove le imbarcazioni sono
tirate a secco.
La foce del grosso fiume Centa, quando
in periodo di secca, è separata
dal mare dalla spiaggia che lo nasconde
alla vista; solo il bel ponte sospeso
a tiranti in acciaio, che si intravede
nell’entroterra, indica la presenza
del fiume all’osservatore marino.
Una serie di campeggi sono in bella posizione
in riva al mare su un tratto di spiaggia
sabbiosa.
L'isola Gallinara
Proprio di fronte, visibile
già da parecchio tempo, si trova
l’isola Gallinara. A lungo sede
di una comunità di monaci benedettini,
ora è proprietà privata
con divieto di sbarco e Riserva Naturale
Regionale. Sembra che il nome derivi dalla
presenza. in periodo romano, di una colonia
di galline selvatiche.
Il chilometro e mezzo che la separa dalla
costa ci permette di avvicinarci in breve
tempo mettendo a fuoco alcuni particolari
quali il piccolo porto racchiuso da due
moli in cemento, la villa sulle pendici,
ricavata da un monastero medievale, e
la chiesa in sommità.
E’ simile all’isola di Bergeggi,
le rocce sono in vista fino dove l’azione
dell’acqua salata non permette la
crescita di essenze; dopo una linea di
demarcazione quasi orizzontale è
un’esplosione di macchia mediterranea
ed alberature di una certa grandezza.
Il solo lato ovest ha queste caratteristiche,
mentre sul resto del perimetro vince la
roccia; pareti scoscese che si gettano
in un mare blu molto trasparente e profondo,
uno sperone di roccia che racchiude una
splendida baia aperta a sud-est, riparata
e sovrastata da una bella torre cilindrica,
resto di una fortificazione quattrocentesca.
L’isola è molto frequentata
da pescatori e semplici navigatori che
si godono la tranquillità di acque
tranquille dalla parte riparata dalle
scoscese pendici.
La torre sulla Gallinara
Spesso mi è capitato di osservare
piccoli banchi di pescetti volare di fronte
alla prua della canoa, disturbati dal
suo incedere; durante il periplo dell’isola
questo fenomeno mi è sembrato raddoppiare,
tanto dal farmi sentire quasi in colpa
di invadere spazi che non mi competono.
Non conosco le specie di pesci che ho
visto, ma erano di molte forme, stretti
e lunghi almeno una spanna, piccoli e
rotondetti, ma soprattutto spettacolari
nei loro salti fuori dall’acqua
in branchi di decine di esemplari.
Certo una bella visione dopo la triste
costa conquistata dal cemento fino a lambire
la spiaggia.
Ritornando verso la costa si notano le
poche splendide torri in mattone rimaste
nel centro storico di Albenga; una bella
lezione che ci da la storia sulla bellezza
e consapevolezza delle architetture realizzate
nel passato.
Si passa una piccola punta, una bella
spiaggia di sabbia e ricomincia la costa
rocciosa con la ferrovia sul mare.
Un’altra piccola punta è
occupata da una villa nascosta da una
bella pineta; il giardino a gradoni è
contenuto da una serie di murate che simulano
i bastioni di un castello.
Alcune semplici costruzioni in legno,
che sembrano essere parte di un campeggio,
sono sparse nel giardino ed in cattivo
stato di manutenzione.
Una spiaggia di ghiaia finisce proprio
nel porto di Alassio dove salta all’occhio
una serie di edifici volumetricamente
articolati e colorati con le tinte caratteristiche
dell’architettura ligure: il rosso,
il giallo, l’arancione ed il verde.
Un bel punto di colore e di movimento
che fa risultare ancora più squallide
le grigie costruzioni precedenti.
Capo S. Croce, appena dopo il porto introduce
alla bella baia di Alassio e Laigueglia,
la baia del sole; la chiesetta romanica
omonima si trova su alcuni scogli e costituisce
la meta, insieme al porto, della passeggiata
a mare.
Ad Alassio si trova una delle spiaggia
più belle della Liguria: sabbiosa,
con fondo sabbioso digradante e con mare
trasparente.
Il paese si presenta come un continuo
costruito sul mare, misto di begli edifici
e brutti condomini, interrotto solo dalla
montagna che lo divide da Laigueglia.
L’inizio della parte vecchia è
segnato dalla bella torre rotonda, avanzo
delle mura cittadine, che si trova proprio
sulla spiaggia.
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