IKARIA:
l'isola
Panoramica della spiaggia
di Mesachti
Ikaria: l'isola dove, mitologicamente,
sembra sia caduto Icaro.
Non per il troppo vento ma per un problema
tecnico alle ali che si era costruito.
Dal vento, Ikaria, è scolpita parecchio;
si vede dalle rocce consumate dall'azione
combinata del mare, si vede dalla vegetazione
che, quando supera in altezza i cespugli
di macchia, cresce sotto la spinta del
vento formando alberi dalle chiome piegate
e non in asse con il fusto.
Naturalmente quando si parla di vento
estivo si parla di Meltemi, il vento del
nord.
Ikaria infatti è posta nel Mar
Egeo proprio in un corridoio libero da
isole che parte dalla penisola Calcidica
fino ad arrivare a Karpatos.
Stranamente la costa esposta al meltemi
è anche quella con le spiagge più
belle e frequentate: Nas in una splendida
insenatura, Armenistis e Kampos con spiagge
di sabbia esposte in pieno al Meltemi
e la bella spiaggia di fine sabbia dorata
di Drakano all'estrema punta nord-est
dell'isola.
Mentre la costa sud, piu' riparata dal
vento propone alcune spiagge di ciottoli
fra cui spicca Seychelles che sembra una
gemma incastonata in una costa rocciosa
ed inaccessibile.
Si', perché gran parte della costa
dell'isola è rocciosa, alta sul
mare, inaccessibile se non in alcune baie
di ciottoli.
In particolare tale conformazione si trova
sulla parte ovest dell'isola, dalla punta
di Armenistis, girando a sud per capo
Papas, fino a giungere a Xilosirtis appena
prima di Ag. Kirikos.
Quando ho cominciato a dire in giro che
mi sarebbe piaciuto fare il periplo dell'isola
in kayak
a proposito, perché
ho scelto Ikaria e non un'altra isola
un po' meno impegnativa, meno distante
dal Pireo (dato che non viaggio in aereo
ne' prendo i Flying Dolphins, che e' come
essere in aereo, con i traghetti tradizionali
sono sempre 6-8 ore) e meno esposta ai
venti?
Beh! si da il caso che Nicoletta, seguendo
la sua passione per le lingue (greco compreso)
abbia trovato una scuola di greco moderno
proprio ad Ikaria (www.hcc.gr).
Per cui, occupata lei per due settimane,
ho avuto tutto il tempo per adattarmi
all'isola, ai suoi ritmi, e
partire
per il trekking nautico durato tre giorni
e mezzo.
Comunque, quando si e' sparsa la notizia
che avrei tentato il giro dell'isola,
i miei genitori (anch'esse frequentatori
assidui della Grecia), forse per cercare
di dissuadermi dall'impresa, mi dissero:
"Tempo fa conoscemmo a Samos due
ragazzi con kayak marini che scapparono
da Ikaria in quanto, secondo loro, impraticabile
per il kayak da mare, troppo rocciosa
e ventosa".
Conoscevo l'isola, per esserci stato anni
fa, come rocciosa e ventosa.
Nicoletta aveva gia' frequentato due anni
fa il corso di greco moderno nell'isola
(per problemi di lavoro fui costretto
a casa!) e mi descrisse subito le fotografie
di mareggiate con vento fortissimo, onde
alte piu' di lei (circa 1 metro e 55 centimetri)
e bandiere rosse sulle due spiagge organizzate.
Le descrizioni mi incuriosirono.
Conosco la Grecia da anni, il mare che
si alza con il Meltemi, mare che ho gia'
affrontato con una canoa pneumatica, una
Tramper della Metzeler/Zodiac.
Si tratta soltanto di evitare inutili
prodezze e sapere quando fermarsi
certo,
sempre che ci siano punti dove poter sbarcare
ed aspettare condizioni di tempo migliori.
Inoltre quest'anno non mi sono portato
dietro la canoa pneumatica ma una vecchia
Klepper Aerius II, comprata due mesi prima
di seconda mano e che si e' dimostrata
all'altezza della situazione.
L'ISOLA
Due parole sull'isola vorrei scriverle
in quanto, dopo anni di frequentazione
della Grecia insulare e peninsulare mi
e' capitato finalmente di trovare un'isola
un po' anomala rispetto alle altre.
Personalmente avrei voluto che la Grecia
non si fosse sviluppata cosi' velocemente
a seguito della fortuna turistica che
ha avuto ma, naturalmente scrivo da viaggiatore
che ci passa un corto periodo di tempo.
Comunque sono una realta' l'aumento di
costruzioni anche sulle coste ed i negozi
per turisti nei caratteristici villaggi
isolani.
Ikaria sembra, lo dico con simpatia, rimasta
indietro sia con le costruzioni sulla
costa che con i negozi turistici e con
l'esplosione di taverne, si ha l'impressione
che la gente continui la propria vita
e le proprie attivita' non ancora basate
del tutto sul turismo.
Dal pontile del traghetto di linea (sempre
il modo migliore per giungere sull'isola)
Ikaria si presenta come una enorme montagna
in mezzo al mare.
I monti raggiungono i 1.000 metri, brulli
in cima, poi coperti da verde macchia
mediterranea fino a giungere alle pinete
sul mare alternate alle coste rocciose
verticali sull'acqua.
Giungendo ad Evdilos o Ag. Kirikos (i
due maggiori porti dell'isola) l'impressione
e' di doversi preparare ad una vacanza
di trekking montano piu' che di scoperta
di spiagge e baie.
Potendo poi girare lungo la costa si scopre
invece che le spiagge non mancano, certo
poche sono quelle raggiungibili facilmente
da terra ed ancora meno quelle attrezzate.
L'isola ha parecchia acqua, fiumi che
solcano le rocciose montagne della parte
occidentale formando profonde e strette
vallate che a volte creano isolate spiagge
di ciottoli raggiungibili solo dal mare
o dopo lunghi tratti di sentieri pedonali.
All'interno, anche d'estate, in alcuni
fiumi scorre ancora poca acqua che forma
laghetti abitati da numerose tartarughe.
Molte sono le spiagge caratterizzate da
canneti e fiumi che si fermano sulla striscia
di sabbia o ghiaia che li separa dal mare.
All'interno, pochi sono i paesi con una
loro identita' caratteristica, un po'
dovuto alla morfologia montuosa e un po'
alla storia dell'isola.
Infatti, storicamente, gli insediamenti
dell'isola sono sempre stati caratterizzati
da abitazioni sparse, disposte piu' sulle
pendici dei monti che sul mare per difendersi
dagli attacchi frequenti di pirati e conquistatori
dal mare.
Le abitazioni tradizionali sono isolate,
costruite in pietra per meglio mimetizzarsi
con le rocce e con tetto a falda unica,
sempre in pietra, per riprendere il colore
e l'inclinazione del terreno.
Altra caratteristica dell'isola sono le
fonti termali concentrate a Therma con
strutture organizzate nel paese e verso
Leukadas con fonti calde che sgorgano
direttamente in spiaggia.
Ikaria fa parte delle isole dell'Egeo
Orientale, fra le isole di Chios a nord,
Samos ad est, Fourni e Patmos a sud e
Mikonos ad ovest.
L'isola ha un perimetro di circa 95 km.,
e' lunga 40 e larga dai 5 ai 9 km.
Si raggiunge in aereo dal Pireo, l'aereoporto
e' stato costruito nel 1993 verso la punta
nord-est realizzando una penisola di terra
che si protende verso nord, o in traghetto
sempre dal Pireo, mentre numerosi sono
i collegamenti con le isole vicine.
Approfittando di alcuni giorni di calma
di vento siamo riusciti a completare il
periplo dell'isola in tre giorni e mezzo
dormendo in spiaggia e approfittando delle
numerose taverne dei paesi sparsi sulla
costa.
IN ATTESA DEL GIRO
Mi piace ricordare la prima uscita sull'isola.
Con la foga che la passione per qualcosa
ti spinge a provare tutto e subito, Massimo
ed io, ci imbarchiamo il primo pomeriggio
da una spiaggia presso Evdilos per recarci
ad Armenistis dove avremmo trovato degli
amici in spiaggia.
All'andata, il mare calmo e la piacevole
e leggera brezza non ci fanno pesare la
pagaiata. Il kayak spinto da quattro braccia
si rivela veloce e stabile, un vero piacere
da spingere con forza.
Dato poi che ad Armenistis non troviamo
la compagnia, decidiamo di proseguire
per il fiordo di Nas con la sua bella
spiaggia che ricordavo.
Presi dal piacere della
pagaiata sincronizzata, dall'acqua che
passa dal blu delle profondita' al turchese
delle baie con fondo sabbioso, non ci
accorgiamo del trascorrere del tempo e
ci troviamo a sbarcare a Nas quasi al
tramonto.
Accortici dell'orario decidiamo comunque
di fermarci nel fiordo a goderci il calare
del sole dimentichi della distanza che
avremmo dovuto percorrere al ritorno.
Bene, con il calare del
sole avremmo avuto ancora circa un'ora
e mezza di crepuscolo.
Cominciamo allora il ritorno con un mare
cosi' piatto da sembrare ricoperto da
uno spesso velo d'olio, i colori della
sera si volgono dai rosa del tramonto
agli azzurri sempre piu' scuri per tramutarsi
in blu, fino a che il mare ad est non
si distingue piu' dal cielo.
Giunti ad Armenistis il
buio si fa preoccupante. I paesi sono
tutti un baluginare di lampioni, finestre
accese, decorazioni di taverne e fari
di automobili che vanno avanti e indietro.
Le ultime barche che tornano verso Evdilos
hanno acceso le luci di posizione e seguono
le loro rotte lentamente, senza neanche
quasi increspare il mare con la prua.
Neanche a farlo apposta la luna non e'
piena, ci sarebbe voluto ancora qualche
giorno.
Cerco nella sacca stagna
la torcia che porto sempre per frugare
nel fondo delle eventuali grotte e la
fisso a prua piu' come segnale luminoso
di presenza di una piccola imbarcazione
che per illuminare la rotta.
Nonostante questo stratagemma non vediamo
dove stiamo andando, siamo guidati dalle
lontane luci di Evdilos e dallo scuro
profilo della costa non sempre evidenziata
da luminarie.
Ad un certo punto noto dei
luccichii nell'acqua a fianco del kayak.
Penso che qualche barca di pescatori ci
stia illuminando da lontano e che l'acqua
smossa dalle pagaie rifletta questa luce,
ma i pescatori si fanno giustamente i
fatti loro piu' al largo.
Osservando meglio, mi accorgo dello stesso
fenomeno anche a prua, dove il kayak fende
l'acqua.
Immediatamente, con nostra
grande sorpresa, ci rendiamo conto che
il luccichio proviene proprio dall'acqua
smossa.
Come fossero lucciole sulla superficie
del mare, migliaia di piccole luci bianche
ci circondano e si nascondono non appena
l'acqua si calma di nuovo.
Smettiamo di pagaiare per un lungo attimo
osservando quello che probabilmente e'
plancton o qualche altra creatura marina
prodursi in uno spettacolo stupefacente
ed osservabile credo solo da piccole imbarcazioni
ad andatura lenta.
Restiamo affascinati da
quanto ci succede intorno, tanto da provare
ad immergere inutilmente le mani in acqua
per appropriarci temporaneamente di questo
strano potere luminoso.
La situazione e' sicuramente magica, ...se
al posto di Massimo ci fossa stata Nicoletta
probabilmente saremmo tornati a riva mooolto
piu' tardi.
In due su un kayak con una
torcia come segnale a prua, immersi in
un mare troppo calmo per essere vero in
Grecia, tanto scuro da non distinguere
l'orizzonte, ma con la sicurezza della
vicina riva da cui ogni tanto provengono
risate di commensali nelle vicine taverne
oltre a profumi...odori...pesce alla griglia!,
fritto misto!
Di punto in bianco ci svegliamo dal nostro
torpore e ci rendiamo conto che sono quasi
le dieci di sera ed abbiamo una fame da
lupi.
Ci mettiamo in marcia verso
le luci del porto di Evdilos obbligandoci
a ritmi di pagaiata forsennati ma proporzionati
alle poche forze che ci rimangono.
Sfrecciamo davanti alla baia di Evdilos
ed in pochi minuti arriviamo alla spiaggia
di Kerame da cui siamo partiti.
Ecco...forse ho esagerato
nella descrizione, sicuramente non ho
reso l'atmosfera del momento ma, credo
che una situazione del genere dovesse
essere ricordata.
Un po' per aiutare la mia memoria in futuro
ed un po' per ricordarci quali meraviglie
ci offre tutti i giorni il mare, questo
liquido essere vivente che non dobbiamo
sfregiare con il nostro passaggio ma,
semplicemente sfiorare...magari accarezzandolo
appena con le pagaie.
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