Fiume Tresa (Lombardia) - 1998
Un imprecisato giorno del 1998, quasi neofiti canoisti, decidemmo, io e Massimo, di provare a percorrere alcune piccole rapide del Tresa. Queste sono alcune foto di come non si dovrebbe scendere un fiume, anche se non impegnativo, fra piccli ostacoli ed una serie di blocchi di cemento abbandonati sulla riva.
Data l'estrema sicurezza e stabilità delle canoe pneumatiche, l'unico ricordo di "bagno" è stato durante gli appostamenti a terra per fare le foto. Camminavo sui sassi che, come si vede, costeggiano abbondanti la riva. La macchina fotografica era assicurata al collo con una cinghia in modo da avere entrambe le mani libere. Nonostante questo le scarpe di neoprene non fecero bene presa sulla parete polverosa di un grande masso, facendomi scivolare in acqua. Disgraziatamente il punto era anche piuttosto profondo permettendomi però di avere una grande sorpresa: la giacca d'acqua ed il giubbotto sono una gran bella cosa! Non mi preoccupai della macchina fotografica in quanto subacquea, mentre mi impressionò la scivolata nell'acqua fredda, a gambe distese, in un punto in cui non riuscivo a toccare. Sono sceso in acqua fino al collo, fino al momento in cui l'effetto di galleggiamento del giubbotto, unito all'aria intrappolata nella giacca d'acqua, mi sollevarono con forza permettendo che mi aggrappassi ad una vicina roccia per tirarmi finalmente su, all'asciutto, tutto intero...io e la macchina fotografica.
Nel frattempo Massimo era partito per la sua discesa della piccola rapida e, nel mentre lottavo per non soccombere al fiume, sentivo da lontano alcune parole gridate come provenissero da dietro ad una cascata: "come sono venute le fotooo?"
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